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Il logo di WhatsApp su uno smartphone

Il nuovo sistema di crittografia introdotto su WhatsApp ha riscosso un enorme successo tra gli utenti. Gli utilizzatori dell’app hanno apprezzato molto le nuove misure in fatto di privacy e sicurezza. Le dichiarazioni rilasciate da John McAfee, però, rischiano di smontare il loro entusiasmo una volta per tutte. L’imprenditore sostiene che le nuove direttive siano completamente inutili.

L’attacco di McAfee

Il fondatore di McAfee antivirus ha attaccato la crittografia di WhatsApp su Android. Egli, infatti, ritiene che sia completamente inutile per il sistema operativo di Google. Assieme al suo team di collaboratori, l’uomo ha affermato di essere riuscito ad hackerare l’app, leggendo i messaggi su alcuni dispositivi. L’attacco, però, è andato a buon fine soltanto su Android e non su iOS. Soltanto chi utilizza prodotti Apple, secondo l’imprenditore, può ritenersi veramente protetto. Il problema, infatti, non risiede nemmeno nell’applicazione, ma in una presunta falla del sistema operativo. L’uomo sostiene di avere sfruttato questa vulnerabilità per ottenere l’accesso alle conversazioni.

La verità sul test

McAfee ha effettuato un test assieme a due collaboratori per dar manforte alle accuse. Le prove sono state effettuate presso la sede di LIFARS, un’azienda di informatici e forensi. Nonostante questo, però, pare che si tratti soltanto di una bufala. L’imprenditore è già stato accusato di vari crimini e ha già fatto scalpore per la sua irriverenza. Stavolta i giornali americani hanno scoperto il trucco utilizzato per bypassare il sistema. I dispositivi utilizzati per il test erano stati infettati appositamente da un keylogger malware per consentire l’attacco. McAfee, quindi, non ha sfruttato nessuna vulnerabilità di Android e la crittografia è ancora pienamente funzionante su questo sistema operativo.

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