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Secondo l’Avvocato Melchior Whathelet, collegarsi ad un sito web, che ospita contenuti non autorizzati e coperti da copyright, non costituisce un reato.

Secondo l’Avvocato Melchior Whathelet, linkare siti, che indirizzano a contenuti protetti, potrebbe non violare il copyright. Se la magistratura dovesse approvare questa tesi, molte leggi – che oggi condannano la pirateria – verrebbero stravolte all’interno della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Il polverone è stato sollevato nei Paesi Bassi. Qualche tempo fa, infatti, il sito “GeenStijl” aveva fornito, in via privata, ad una testata giornalistica australiana, un link contenente alcune immagini apparse in precedenza sulla famosa rivista “Playboy“, che ritraevano Britt Dekker, una nota celebrità olandese. Il sito australiano avrebbe divulgato, senza alcuna autorizzazione, tali fotografie scatenando l’ira del giornaletto erotico e una serie di reazioni a catena, in cui le parti coinvolte si sarebbero incolpate l’una con l’altra.

Collegarsi ad un sito web non costituisce reato, anche se questi dovesse ospitare contenuti non autorizzati e che si avvalgono, pertanto, di un copyright. In sintesi, questo è quanto espresso dall’Avvocato Melchior Whathelet, il quale rimarca sul fatto che norme europee non debbano ostacolare la “libertà di idee ed opinioni” di cui si fa portavoce internet. Eppure, per l’attuale giurisprudenza italiana ed europea, la divulgazione del link stesso può costituire materia di infrazione.

Per fortuna, la sentenza non è ancora definitiva. Ma se dovesse passare questa posizione, si correrebbe il rischio di uccidere il mercato dei contenuti digitali in Europa: da Spotify a Netflix e via scorrendo. Non ci sarebbe più nessun interesse, da parte di questi big, a investire da noi” ha dichiarato Enzo Mazza, storico presidente di Fpm – Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale – e di Fimi – Federazione dell’Industria Musicale Italiana.

Già nel corso del 2014, si era stabilito che può venir meno la violazione del copyright in presenza di un contenuto reso pubblico dal detentore, indipendentemente dal fatto che esso sia costituito da immagini, audio o video.

Dunque, si ipotizza che tale sentenza possa influenzare – in futuro – anche i numerosi, quanto frequenti, casi che coinvolgono diversi siti pirata che offrono torrent per effettuare il download o visionare materiale protetto. Tali siti non concedono mai contenuti espliciti alla fitta rete di utenti, ma si limitano a rimandare a dei link esterni in cui risiedono i file.

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