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Dipendenza dai dispositivi elettronici

Un fenomeno preoccupante, di cui ormai se ne parla già da tempo. Smartphone e tablet, per i bambini e gli adolescenti, sono droga. “Per bambini e ragazzi smartphone, computer e tablet sono come una droga”, lo sostengono cardiologi e medici riuniti a Napoli in occasione della XIV edizione del Congresso nazionale della Siprec (Societa’ italiana di Prevenzione Cardiovascolare).

E i dati non sono da sottovalutare. Si parla, infatti, di un 81 per cento dei ragazzi italiani che si collega ad Internet ogni giorno e per circa 8 ore. Di questi, il 12 per cento accede ai vari social network già dalle prime ore del mattino, mentre il 35 per cento li “visita” prima di addormentarsi. Confermando quello che altri studi sostengono, ovvero che stare in Internet su smartphone prima di addormentarsi provoca disturbi nel sonno.

L’uso di dispositivi elettronici, dunque, è scorretto. Ma, soprattutto, eccessivo. E i rischi per la salute psico-fisica in agguato. La salute psichica, infatti, ne viene minacciata per i frequenti sbalzi di umore e una notevole tendenza all’isolamento. Ma anche il comportamento, spesso, subisce alternanze e chiusure verso contesti che coinvolgano compagni ed amici. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto fisico, questo è determinato da problemi ortopedici, di postura, di vista e sovrappeso, quest’ultimo spesso causato dalla sedentarietà.

In alcune persone sono riscontrabili gli stessi sintomi di chi abusa di sigarette o alcolici: crisi di astinenza e euforia”, spiega Trimarco. “Basti pensare alle persone che si incontrano in treno o in metropolitana, quindi per tragitti brevi, compagni di scuola o colleghi di lavoro che invece di parlare si accaniscono sui loro smartphone”.

Una vera e propria dipendenza, dunque, che porta a considerare i dispositivi elettronici amici reali per non sentirsi soli (71 per cento degli intervistati), trascorrendo in Internet oltre 3 ore al giorno (26 per cento). Secondo gli esperti, sono proprio questi dati allarmanti a rivelare la causa dei frequenti sbalzi di umore adolescenziali e le difficoltà di apprendimento degli studenti.

Cosa fare?

Il controllo ai genitori. Spetta a questi, infatti, riprendere in mano le “redini” dei propri figli ed invogliarli ad avere attività – extrascolastiche – lontano dalle mura domestiche e che coinvolgano social network e display. “Sempre più i videogiochi, infatti sostituiscono i rapporti personali e le relazioni sociali. Tocca ai genitori inventare attività e giochi per staccare i loro figli dagli schermi, anche se proprio i genitori sembrano aver ormai abdicato al loro ruolo di controllo: due su tre non impongono neanche una regola sull’uso di tablet, tv, telefonini e videogiochi”, spiega l’esperto.

Ma non dimentichiamo che anche gli adulti sono a rischio. Anche questi, infatti, sono sempre più inclini a trascorrere lunghe ore al giorno davanti al pc e ad essere sempre collegati al proprio smartphone. “Si staccano più difficilmente dal computer perchè nella ‘rete’ cercano risposte per affrontare meglio ansia, depressione, difficoltà sentimentali, diete”, fa il paragone ancora l’esperto. Ciò porta a considerare l’utilità del web in alcun circostante – come la ricerca di malattie, sintomi, cure e medicinali da assumere – ma ne crea al contempo una dipendenza laddove la rete interviene sui rapporti sociali.

Tutto ciò deve innescare una riflessione. E, se possibile, trovare una soluzione.

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