panda gigante
Panda rosso (o minore) tipico del Nepal, anch’esso a rischio estinzione

Il panda gigante è salvo, almeno per il momento. I panda sono a rischio estinzione, sia il panda gigante tipico della regione dello Sichuan, in Cina, che il panda minore o panda rosso che vive principalmente in Nepal.

Il panda gigante vive in una regione cinese ricca di foreste in cui è altamente presente il cibo preferito da questi ursidi, le foglie di bambù. A causa di una falla nella normativa sul disboscamento “un terzo delle foreste cinesi è a rischio” si legge sul sito di GreenPeace, “una scappatoia nel “Regolamento tecnico per la ricostruzione delle foreste a basso rendimento” infatti autorizza a sostituire la foresta con piantagioni più redditizie in nome di una presunta “rigenerazione forestale”.

Panda gigante a rischio estinzione, per ora è salvo

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Cucciolo di panda gigante a rischio di estinzione. Tipico della regione cinese dello Sichuan

Greenpeace si è data da fare con una serie di indagini condotte per due anni con un monitoraggio continuo, sul campo, con il telerilevamento e l’analisi delle mappe satellitari per rilevare tutte le possibili azioni illegali legate al taglio degli alberi nella foresta habitat del Panda Gigante.

“L’Ufficio delle Foreste del Sichuan ha accolto le nostre denunce e ha aperto 15 indagini giudiziarie e 8 procedimenti amministrativi nei confronti di 22 funzionari pubblici, assicurando che tutelerà l’habitat del panda, peraltro già Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.”

In questa occasione Greenpeace ha anche chiesto al governo cinese di risolvere una volta per tutte la falla normativa e la risposta è sembrata positiva, ma il monitoraggio da parte degli ambientalisti continuerà anche sul campo.

La questione del disboscamento non riguarda solo il Panda gigante e la regione del Sichuan, ma anche altre foreste, delle provincie dello Yunnan e dello Zhejiang, per cui la buona predisposizione delle autorità cinesi è di buon auspicio per poter salvare queste foreste e gli animali che ci vivono. Gli ambientalisti hanno chiesto al governo cinese di “sanare al più presto questa falla in modo da rispettare gli obiettivi nazionali di protezione delle foreste”.

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