David Bowie Verbasizer

Il mondo della musica piange una delle leggendarie figure della trasgressione rock, David Bowie. E mentre i fans lo piangono, c’è qualcuno che ne loda la lungimiranza in questioni riguardanti non solo lo spirito imprenditoriale, quanto quello che concerne il mondo d’oggi: il digitale.

David Bowie amava la musica. Ma, da subito, aveva capito la reale importanza di Internet e di tutto quel che gli ruota attorno. Artista visionario, un giorno giunse persino a inventarsi i Bowie Bonds, ovvero titoli garantiti dai ricavi sul suo catalogo musicale. Una trovata geniale che fruttò qualcosa come il 7,9 ai suoi investitori.

Lungimiranza, dunque. Il Duca Bianco, scomparso ieri, 10 gennaio, una volta affermò: “Non so dove andrò adesso ma prometto che non sarà noioso”. E, forse, non sarà così noioso il luogo che oggi lo ha accolto.

Nel frattempo, quello che ha lasciato, lo piange. Gli stessi che solo tre giorni fa ne avevano festeggiato il 69esimo compleanno e l’uscita della sua ultima fatica, Blackstar, oggi hanno cambiato parole nel ricordarlo. E, probabilmente, non tutti erano a conoscenza della versatilità di Bowie. La musica, suo primo grande amore, ma anche lo spazio e la fantascienza. Ma, soprattutto, una reale e incontrastata passione per l’innovazione e la tecnologia.

Suo un software sviluppato negli anni ’90 e con le conoscenze dell’epoca. Si chiamava Verbasizer ed era stato pensato per comporre canzoni. Nella pratica, il programma riproduceva sul computer il cut-up, ossia un particolare tipo di composizione, anch’essa ideata dallo stesso musicista. Consisteva nella stravagante modalità di raccogliere parole sparse dai giornali, ritagliarle, appunto, e metterle in un cappello. Come un effetto da gioco di prestigio, bastava ricomporre i frammenti su un foglio di carta. Non un messaggio anonimo, ma un testo per una canzone.

Il software fu trasformato in realtà dall’informatico Ty Roberts. Il Duca Bianco se ne avvalse per comporre i testi poi inseriti nel disco Outside, pubblicato nel 1995. In un video disponibile su YouTube (che vi proponiamo a fine articolo), è possibile capirne il meccanismo spiegato dallo stesso Bowie.

Ma non è tutto. Nel 1998, fu la volta di BowieNet, un Internet provider grazie al quale gli utenti potevano personalizzare la propria homepage e avere a disposizione 5 Mb di spazio per esercitare la propria creatività. Una piattaforma di successo che accoglieva alcuni giochi e pezzi inediti. Ed è entrato nel Guinness World Record.

Ciao, Duca Bianco.

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