Parigi attentati
Tour Eiffel e simbolo della pace: la reazione della rete agli attentati di Parigi.

Parigi non è sola. Molte le società hi-tech che – in seguito agli attentati dello scorso venerdì – stanno offrendo il proprio contributo con sezioni dedicate e chiamate gratuite da e verso la capitale francese.

Negli ultimi anni (purtroppo) abbiamo già avuto modo di constatare la potenza dei social network in occasione di calamità naturali o altri stati d’emergenza occorsi in varie parti del pianeta. Allo stesso modo, gli attentati che lo scorso venerdì hanno sconvolto Parigi hanno dato il via a una serie di iniziative volte a facilitare le comunicazioni con la capitale europea. Vediamo insieme quali.

Facebook. Come sappiamo, il social network ha prontamente attivato il sevizio di Security-Check. Sperimentato per la prima volta in occasione del terremoto in Nepal, 4 milioni di persone la cui residenza (o temporanea permanenza) è risultata essere Parigi lo hanno utilizzato per comunicare di essere in salvo generando 360 milioni di notifiche. Il servizio, tuttavia, ha innescato numerose polemiche che ne hanno sottolineato la mancanza in occasione di eventi altrettanto gravi come l’attentato a Beirut. Mark Zuckerberg ha prontamente risposto alle accuse annunciando un cambio nella politica aziedale: “Molte persone ci hanno chiesto giustamente perché abbiamo attivato Security-Check per Parigi e non per i bombardamenti a Beirut o in altri luoghi. Fino all’altro giorno la nostra politica è stata di utilizzare Security-Check solo per le calamità naturali. Da oggi abbiamo deciso di cambiare e attiveremo Security-Check per altri eventi drammatici che colpiscono l’umanità […] Grazie a tutti coloro che ci hanno contattati con le proprie domande e i propri dubbi. Avete ragione, ci sono molti altri conflitti importanti del mondo. Ci prendiamo cura di tutte le persone allo stesso modo, e lavoreremo duramente per aiutare le persone che soffrono in molte di queste situazioni, come possiamo“.

Twitter. Anche in questo caso abbiamo già parlato di #PorteOuverte, l’hashtag diffusosi immediatamente dopo gli attacchi con il quale gli abitanti di Parigi hanno potuto segnalare la disponibilità ad accogliere nelle proprie abitazioni le persone in fuga dalle sparatorie. In aggiunta a ciò, il social network ha attivato il suo tool “Moments” che presenta una sezione interamente dedicata agli attacchi subiti dalla capitale francese, consentendo agli utenti di seguire in diretta gli sviluppi della situazione – raccontati in prima persona attraverso testi, video e foto – in un modo ben più rapido di quello fornito dai canali TV.

Google. Anche il colosso di Mountan View – che da stamattina espone sulla sua homepage un nastro nero in segno di lutto per le vittime di Parigi – sta contribuendo ad agevolare le comunicazioni con la capitale rendendo gratuite tutte le chiamate internazionali verso la Francia attraverso l’applicazione Hangouts. Attivato poco dopo gli attentati di venerdì, il servizio permette di effettuare – non si sa ancora fino a quando – chiamate anche da rete fissa e funziona quindi anche senza un dispositivo connesso a Internet.

Skype. Chi non ha familiarità con Google Hangouts può adoperare Skype: anche il popolare software di messaggistica istantanea e VoIP sta infatti consentendo in questi giorni chiamate internazionali e locali da e verso Parigi in maniera totalmente gratuita, sia da rete fissa che da mobile. Come Google, anche Skype non ha specificato il termine del servizio speciale se non con un generico “nei prossimi giorni“.

Banjo. Concludiamo questo elenco con Banjo, app che raccoglie foto e video di coloro che partecipano a svariati eventi (concerti, partite di calcio, fiere, mostre ecc.). Anche questa piattaforma, come Twitter, ha attivato subito dopo le esplosioni di Parigi una sezione dedicata, raccogliendo foto e altre testimonianze fornite da persone che si trovavano sui luoghi degli attacchi.

Siete a conoscenza di altre iniziative a supporto della capitale francese? Comunicatecelo nei commenti e diteci cosa ne pensate.

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