Traduzione al computer
Traduzione al computer

Il mondo spiegato attraverso un computer. Una possibilità che mai avremmo immaginato fino a qualche tempo fa, magari agli esordi dei primi rudimentali personal computer. Ma, oggi, è grazie al pc che la conoscenza si diffonde. Tuttavia, molto spesso, alcuni testi devono essere tradotti per essere comprensibili a tutti. Traduttori o traduzione automatica, dunque?

Il nuovo obiettivo è quello di raggiungere una traduzione automatica quanto più vicina alla logica sfumata della mente umana. Sono diversi i programmi che mirano ad esaminare ogni frase, cercando di comprenderne la struttura grammaticale. Ma è pur vero che per diversi anni, la maggior parte dei sistemi di traduzione dei computer non hanno brillato quanto a precisione.

Risale ad uno studio del 1980, condotto dal team di Thomas J. Watson del Research Center di IBM di Yorktown Heights, un approccio radicalmente diverso alla linguistica applicata ai testi e alla relativa traduzione informatica. E l’esperimento, perfettamente riuscito, è stato eseguito su Hansard, una serie di trascrizioni del Parlamento canadese e disponibile in inglese e in francese. Si è quindi utilizzato un computer per confrontare le corrispondenze tra l’inglese e il testo in francese. Due diverse lingue che, molto spesso, celano parole la cui corrispondenza non è sempre così precisa.

Più precisamente, il computer ha stimato le probabilità che una parola o un frase inglese corrispondesse ad un’altra in francese. Un approccio, quello statistico, non sempre preciso e che rischia di sottovalutare aspetti del linguaggio determinanti. Ma nonostante ciò, il team IBM ha ritenuto tale sistema molto efficacie rispetto a quelli basati sui sofisticati concetti linguistici. Infatti, il loro sistema ebbe un tale successo che i migliori programmi moderni per la traduzione, primo fra tutti Google Traduttore, sono basati su idee simili.

I modelli statistici, quindi, sono utili per più di una semplice traduzione del computer. Molto importanti sono anche i sistemi di riconoscimento vocale del computer moderno, anch’essi basati su modelli statistici del linguaggio umano. Mentre i motori di ricerca online se ne avvalgono per capire le query di ricerca e trovare le migliori risposte.

Molti linguisti, però, rimangono inequivocabilmente scettici. Tra questi, il più grande, Noam Chomsky: “C’è tanto lavoro nel fare analisi statistiche sofisticate, senza alcuna preoccupazione per la moderna struttura del linguaggio“. E come dargli torto? Basta leggere alcune traduzioni ricavate dai traduttori simultanei computerizzati. Sterili, se non incomprensibili. Forse, l’importante suggerimento scolastico di non usarli mai ci dovrebbe indurre a riflette. Perchè impoverire le lingue con un freddo calcolo statistico?

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