France

Google si è presto attivato per rispettare ed implementare nel suo modus operandi la nuova normativa europea incentrata sul “diritto all’oblio“. Tuttavia l’ulteriore richiesta mossa dal garante della privacy francese (CNIL), che intende estendere a livello mondiale gli effetti della norma, ha ricevuto un “no” secco da parte del gigante di Mountain View.

Nel maggio 2014 la Corte Di Giustizia Europea ha reso legge il, così battezzato, “diritto all’oblio” per i cittadini dell’unione europea. Con questa norma gli utenti dell’ UE hanno ricevuto il diritto di chiedere a qualsiasi motore di ricerca di eliminare link che riportavano informazioni personali sul proprio conto. Nel giro di un anno centinaia di migliaia di link sono stati rimossi dai dominii europei dei vari social e motori di ricerca.

Google non si è sottratta all’operazione di “pulizia” ma, a tutto c’è un limite. Il garante della privacy francese ha infatti chiesto a Big G di espandere anche al dominio .com del motore di ricerca (e quindi non soltanto a quelli europei .it, .fr, .de ecc…) gli effetti del “diritto all’oblio”. Secondo quanto preteso dai francesi, in termini pratici, tutti i link dei quali viene chiesta ed ottenuta la cancellazione devono sparire dai risultati di ricerca non soltanto europei ma anche mondiali.

Sul suo blog europeo, Google ha esposto la questione ed il suo punto di vista tramite il suo responsabile della privacy internazionale Peter Fleischer.

La richiesta avanzata dalla Francia è inammissibile secondo il portavoce di Big G. Sarebbe come dare la possibilità ad un paese di decidere cosa è legale e cosa invece non lo è in un altro. Non è possibile, secondo Fleischer, assecondare una richiesta del genere. Internet è l’unico contesto veramente libero rimasto (in alcuni paesi purtroppo non è così) e Google non ci sta ad applicare censure di nessun genere.

Fleischer garantisce che Google si è prontamente adeguata alla nuova normativa europea, rispettandola ed integrandola nel proprio sistema ma, richiedere di espanderla al mondo intero sarebbe un duro colpo alla democrazia ed alla libertà degli altri paesi. In altre parole non si può correre il rischio di cadere nella censura dei contenuti.

FONTEGoogle Europe Blog
Articolo precedenteOnePlus, il fallimento è dietro l’angolo
Articolo successivoWindows 10, in 24 ore oltre 14 milioni di dispositivi aggiornati