hacking
Come sappiamo la tecnologia è sempre più presente sulle nostre automobili, e con essa, arrivano i malintenzionati che vogliono sfruttare ogni sua piccola debolezza, vediamo cosa è riuscito a dimostrare un team di ricercatori!

L’esperimento è stato condotto da alcuni ricercatori in collaborazione con Wired, e dimostra come la tecnologia, per altro presente in tantissime automobili equipaggiate con i più innovativi sistemi, possa essere utilizzata nel modo peggiore, ovviamente, i ricercatori hanno segnalato tutte le falle sfruttate nell’esperimento al produttore dell’automobile in questione che ovviamente provvederà a fixare le stesse.
Ma in cosa consiste questa piccola dimsotrazione?
Semplice, sono stati contattati due hacker, con un unico scopo, quello di trovare vulnerabilità da sfruttare all’interno di un’automobile, in questo caso, una Jeep Cherokee, alla cui guida vi era Andy Greenberg, il quale ha fatto da cavia per questo esperimento davvero molto pericoloso.
Andy aveva il compito di guidare tranquillamente la sua automobile all’interno di un circuito, cercando di ignorare, il più possibile il fatto che i due hacker, Charlie Miller e Chris Valasek, stessero cercando un punto da cui entrare all’interno del sistema informatico dell’automobile per prenderne il controllo.
Il risultato?
Abbastanza inquietante, basti considerare che gli stessi sono riusciti a controllare praticamente tutti i sistemi principali dell’automobile, a cominciare dall’aria condizionata, passando per il volume della radio, per finire con il riuscire a toccare persino la direzione del volante, disabilitare i freni e davvero molto altro, insomma, una falla assolutamente da non sottovalutare!
Il modo in cui i due hacker sono riusciti a effettuare questo hacking è a dir poco scioccante, infatti i due avrebbero affermato che basterebbe semplicemente conoscere l’indirizzo IP del sistema di navigazione Internet integrato all’interno dell’automobile per riuscire ad “iniettare” direttamente nella centralina un piccolo firmware modificato, fatto ciò, i due hacker hanno libero accesso a qualsiasi sistema dell’automobile sfruttando il bus CAN per inviare comandi ai vari sistemi.

C’è da aver paura?
Attualmente il rischio è davvero irrisorio, infatti i due hacker hanno rivelato solo in parte le procedure utilizzate, infatti la fase principale, ossia quella riguardante l’iniezione e la riscrittura del firmware sono state totalmente omesse e presumibilmente, comunicate esclusivamente al produttore dell’automobile utilizzata al fine di velocizzare la correzione di questa temibile minaccia, tuttavia, non è da escludere che i produttori che si affacciano sul mondo delle automobili intelligenti, ma soprattutto Google con le sue Google Car, o addirittura le nuove automobili equipaggiate con Android, dovrebbero far tesoro di questo avvenimento al fine di garantire la totale sicurezza di noi acquirenti!

FONTENotizia
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