internet delle cose

Internet delle cose o Internet of Things è la nuova frontiera su cui si cimentano le multinazionali per portare anche nelle nostre case internet e tutto ciò che si può sviluppare con esso.

Impariamo a familiarizzare con l’acronimo IoT che vuol dire appunto internet delle cose perché lo sentiremo sempre più spesso e non solo grazie ad aziende come Samsung che ha ingenti capitali da investire.

Internet delle cose al politecnico di Bari.

Anche una laureanda in Ingegneria elettrica e dell’informazione può far sentire la sua voce nel mondo globalizzato in cui ci troviamo a vivere e grazie alla sua app è stata premiata con il prestigioso premio IBM PhD fellowship Award, il premio è accompagnato da 20.000 dollari e stage a Zurigo. Un premio indetto dalla IBM e che conta numerosi esperti per valutare in modo molto ferreo il lavoro di giovani, in tutto il mondo, che possa essere di interesse per l’innovazione.

Jessica Rosati è il nome della ventiseienne laureanda del Poliba (Politecnico di Bari) vincitrice dell’ambito premio. La giovane, presto dottoressa, ha realizzato un’applicazione che consente alle piante di comunicare quando hanno bisogno di acqua, un’applicazione che in pratica riesce a dare parola alle piante.

Dalla pletora di esperti dell’IBM che valuta il lavoro di studenti in tutto il mondo è ritenuta la proposta di ricerca più promettente valutando sia il risultato finale del lavoro che il curriculum dello studente/studentessa.

Il futuro è dell’Internet delle cose, e il politecnico ha deciso di inserire nella sua offerta didattica anche questo ramo della tecnologia che prenderà sempre più piede. Presto tutta la casa e ogni oggetto al suo interno prenderanno vita e potranno comunicare con noi tramite smartphone e tablet.

Per scoprire cosa significa realmente Internet delle cose basta leggere il nostro articolo CES 2015: Samsung mostra come l’IoT cambia la vita di tutti i giorni, in cui si passa una giornata in una casa in cui l’IoT è già reale.

Brava Jessica Rosati, speriamo che tu non debba fuggire all’estero per trovare un lavoro dignitoso come tanti altri laureati italiani.

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