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“Dati pericolosi” è un capitolo del dossier lungo 120 pagine stilato dalla comunità europea contro il pericolo Internet e i diritti fondamentali dell’uomo alla privacy.

“Il mondo digitale ha, per sua stessa natura, un potenziale enorme per indebolire lo stato di diritto, indebolire o distruggere la privacy, limitare la libertà di comunicare e di associarsi”.

Questo l’allarme lanciato dal Consiglio d’Europa sui diritti umani attraverso il suo commissario Nils Muiznieks nel rapporto dal titolo “Lo stato di diritto su internet e nel mondo digitale”.

Internet e diritto alla privacy.

Internet e privacy non sono due parole che vanno molto d’accordo e dalla nascita della rete ad oggi le cose sono andate sempre peggiorando a causa dell’uso sempre più intenso e profondo che facciamo, tutti, a livello globale, delle connessioni internet WiFi e dati che ormai ci tengono sempre collegati, individuabili e, se vogliamo, vulnerabili.

Il commissario del Consiglio d’Europa è molto drastico nelle sue dichiarazioni e parla di un futuro nero per la vita in rete in cui ogni Paese limiterà l’uso di Internet ai propri confini creando, di fatto, un rete Internet a tronconi e l’artefice principale di tutto ciò saranno gli Stati Uniti d’America.

Quella dell’UE è diventata quasi una crociata nei confronti degli USA e del grande potere dato dalle più grandi multinazionali del settore e da quanto visto finora sembra proprio che sia la UE a voler spingere verso una “separazione” della rete.

Dopo le dichiarazione di Snowden e dell’NSA i timori verso il rispetto della privacy è messo certamente in discussione e che la rete non sia il luogo più sicuro e privato del mondo ormai lo sanno tutti.

La domanda da porsi, almeno credo, è se prima dell’avvento di internet i Governi mondiali non avessero altri sistemi per monitorare e quindi invadere la privacy delle persone, forse con Internet gli semplifichiamo la vita? Probabile, ma sapendo tutto questo cambierà il vostro modo di navigare?

Altra questione riguardo la chiusura della rete ai confini nazionali, in netto contrasto con quella che è la vera natura della rete stessa,  è da attribuire a ciascuna Nazione e non al solo intervento degli USA nonostante l’egida delle proprie, poc’anzi citate, multinazionali.

Che ci sia un problema legato alla privacy, lo ribadisco, è indubbio, ma che sia riconducibile ai soli USA è riduttivo e questo non sembra altro che un nuovo attacco della Comunità europea nei confronti di Google e simili come sta avvenendo già da qualche tempo.

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