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La tecnologia a 64 bit sta spiccando il volo nel mercato degli smartphone e dei tablet; ma è veramente utile su Android? Sappiamo veramente in cosa consistono le novità? Vediamo nell’articolo di spiegare meglio in cosa consiste questa tecnologia e di fare un pò di chiarezza.Dopo l’implementazione del 64 bit da parte di Apple sui suoi pochi dispositivi (per altro di dubbia utilità), ora è venuto il momento degli smartphone Android. Infatti nelle ultime settimane non si fa altro che parlare di “64 bit”; basta che un terminale sia definito a 64 bit affinché il consumatore sia impressionato e vada a pensare alla superiorità del device nei confronti di un altro definito a “32 bit“. Il ragionamento che sta alla base della logica di molti inesperti utilizzatori di smartphone è del tipo “64 è maggiore di 32, ergo deve per forza trattarsi di qualcosa di migliore“. La realtà è che l’architettura a 64 bit porta sia dei vantaggi che degli svantaggi, i quali vengono fortemente influenzati da quello che è il resto dell’hardware, soprattutto sugli smartphone. Le differenze realmente tangibili del 64 bit si basano sull’utilizzo delle nuove architetture ARMv8.

Nell’articolo faremo riferimento alle architetture ARM AArch64. Ovviamente anche altri produttori tra cui Intel ha prodotto chip a 64 bit per smartphone ma la maggior parte dei produttori preferisce utilizzare ARM nei propri devices; ad esempio Qualcomm e Nvidia. Ogni produttore poi può agire sul chip implementando nuove funzioni che in ogni caso sono indirizzate a ridurre i consumi ed avere migliori prestazioni. Sono queste ultime due caratteristiche che guidano e spingono lo sviluppo di nuove CPU che permettano all’utente finale di avere un terminale veloce e reattivo ma anche “battery-frinedly

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Con la tecnologia a 64 bit però non necessariamente riusciamo ad avere queste caratteristiche in quanto la maggior parte delle App si basano su un funzionamento a 32 bit e non utilizzano le nuove caratteristiche degli ultimi chip. Inoltre è da sfatare il mito che vuole il 64 bit utile quasi esclusivamente per utilizzare più di 4 GB di RAM: infatti questa è una caratteristica molto importante ma non è niente in confronto ad altre possibilità di quest’architettura, come la capacità di recuperare più dati per ciclo che consentirà anche l’impensabile come rendere la TouchWiz veloce quanto AOSP.

Dalle parole di Nick Stam, Direttore del Technical Marketing di Nvidia si evincono le ragioni della scelta dei produttori nell’indirizzarsi al 64 bit, non tanto per la tecnologia in se ma per l’architettura ARMv8. Infatti Nick afferma che:

Quasi tutte le CPU mainstream e high-end dei notebook e desktop si è passati al 64-bit molti anni fa per buone ragioni in quanto offrono prestazioni più elevate con le applicazioni codificate per utilizzare le funzionalità a 64 bit e maggiore memoria per il sistema operativo e le molteplici applicazioni.

Per Android, non si tratta solo del 64 bit, in realtà è ben più importante la nuova architettura ARMv8. Oltre a consentire  l’utilizzo di applicazioni a 64-bit, ARMv8 porta una serie di miglioramenti in termini di efficienza, di potenza e prestazioni che hanno un impatto diretto e significativo su quasi tutte le applicazioni Android a 32 bit sul mercato di oggi.

Google ha annunciato alla conferenza I/O di quest’anno che la prossima versione di Android, “L” , offrirà il supporto per CPU a 64-bit. In realtà, NVIDIA sta già sviluppando L sul nostro processore Tegra K1 a 64 bit, che comprende la nostra CPU Denver.

Denver è una CPU incredibile, è la prima CPU a 64-bit per Android. Essa supera completamente le altre soluzioni mobile ARM. Ogni nucleo di Denver è un processore superscalare a 7 vie piuttosto che 3 vie come visto in molti chip basati su ARM, e con caches molto più grandi. Denver è la CPU ARM Mobile più potente mai creata, è progettato per il massimo throughput per singola CPU e giungerà a diversi dispositivi entro la fine dell’anno

Ma non sarà solo Nvidia a portare la ARMv8 sul mercato. Infatti anche la stessa ARM ha due processori, il Cortex A53 e l’A57 che vengono distribuiti ai produttori come prodotti base e possono anche essere utilizzati senza alcuna modifica, permettendo anche alle aziende minori di utilizzare l’ARMv8 per i propri entry-level. Altri costruttori come Samsung, Nvidia e Qualcomm implementeranno altre caratteristiche su questi chip, rendendoli migliori.

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Certamente non manca molto per vedere il 64 bit sui nostri dispositivi ed è giusto avere la consapevolezza di ciò che andiamo a provare e comprare e di quali sono realmente i benefici portati da questa architettura; il 2015 sarà l’anno della svolta e i nostri smartphone e tablet si avvicineranno sempre più ad essere simili ai PC, come ognuno di noi ha sempre sognato. Per questo motivo non dobbiamo farci abbagliare da tentativi di marketing che si basano disinformazione. E’ bene capire che il semplice 64 bit non è niente se non correttamente supportato da applicazioni e hardware. 

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