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Stanno facendo molto scalpore le parole provenienti da Mountain View sulla privacy della mailbox Gmail che sembra essere qualcosa di molto fragile e facile da violare.

Negli Stati Uniti è partita una class action per richiedere il rispetto della privacy degli utenti che utilizzano Gmail e la risposta di Google è stata che la richiesta di privacy da parte degli utenti è illegittima. Consumer Watchdog, associazione statunitense a tutela dei diritti dei consumatori, ha pubblicato sul proprio sito alcune delle frasi facenti parte della memoria difensiva che Google porterà in tribunale il 5 settembre a San Josè (California). Da tali frasi sembra che Google affermi che non ci si può aspettare che la privacy venga rispettata se ci si affida a terze parti per l’invio delle proprie mail.

Le frasi continuano con un esempio relativo alla posta tradizionale che, secondo Google, è ragionevole pensare che se inviamo una lettera questa sarà letta, molto probabilmente, non solo dal destinatario.

Sotto accusa, principalmente, il processo automatizzato con cui le email vengono controllate, processo esplicitamente citato da Big G nel disclaimer che ogni utente deve dichiarare di avere letto quando crea il proprio account Google. Processo che Mountain View dichiara di utilizzare a fini pubblicitari, mentre per gli oppositori è una leggerezza volontaria che favorisce l’Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA).

Ed è proprio questa ultima possibilità che preoccupa e stizzisce gli utenti di 425milioni di mailbox Gmail. Un processo, sicuramente, difficile per chi dovrà giudicare e che qualunque sarà l’esito avrà degli strascichi anche dopo l’esito finale della sentenza.

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